“Come dimostrano i dati Istat pubblicati oggi il Superbonus è una misura che, nonostante alcune criticità, ha funzionato ed è servita a rilanciare il sistema economico del Paese. Arrivati a questo punto, però, come abbiamo già detto nei giorni scorsi, bisogna agire in fretta e trovare una soluzione che garantisca la monetizzazione dei crediti incagliati già maturati e di quelli che sono in procinto di maturazione”. Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa.
“I tavoli tecnici sono al lavoro – spiega – ma la preoccupazione per oltre trentamila aziende e circa centosettantamila lavoratori resta molto forte. Riteniamo che la soluzione più percorribile per il futuro sia di offrire la possibilità a quelle aziende che hanno crediti incagliati di utilizzare lo sconto in fattura da portare in detrazione in un arco temporale tra i 4 e i 10 anni. Allungare i tempi in dichiarazione del credito d’imposta, infatti, consentirebbe alle imprese di respirare e al contempo per lo Stato non ci sarebbero problemi contabili di bilancio. Naturalmente perché ciò accada le parti restanti dei crediti annuali dovrebbero essere finanziate dalle banche, da Sace o da Cassa depositi e Prestiti, che avrebbero come garanzia i crediti stessi. Come Confapi abbiamo anche proposto al Governo – aggiunge – di aprire alla cessione del credito per un periodo temporale limitato, tempistica necessaria per rendere operativa l’eventuale cartolarizzazione del credito o gli anticipi F24, individuando aziende a partecipazione statale come Eni e Enel che hanno accumulato extraprofitti e avrebbero tutta la capienza necessaria”.
“È a rischio – conclude Camisa – la sopravvivenza delle nostre aziende: basti pensare che su 19 miliardi di euro di crediti incagliati, 3 miliardi fanno riferimento alle aziende Confapi. Sono in gioco le prospettive di lavoro di imprenditori, professionisti e operatori del settore, seri e corretti nello svolgimento delle proprie attività. Per questo occorre raggiungere quanto prima una decisione efficace e condivisa”.