Confapi: Transizione energetica sia graduale e vicina a esigenze Pmi

Confapi è intervenuta al convegno “Transizione energetica: proposte e strumenti per rilanciare il comparto produttivo” che è svolto oggi presso la Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato. L’incontro è stato promosso dal Senatore Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato, per discutere con le associazioni imprenditoriali su strategie e strumenti per rilanciare il comparto produttivo e indirizzarlo verso un modello energetico efficiente, sicuro e democratico.
Per Confapi è intervenuto il vicepresidente nazionale, Cristian Camisa, il quale ha rappresentato le priorità della piccola e media industria, a partire dall’urgenza di interventi di sostegno contro il caro energia e di nuove politiche per l’approvvigionamento. Camisa ha anche ribadito la necessità di una transizione graduale e ragionata, attraverso un percorso di accompagnamento che consenta alle aziende di acquisire nel tempo tutte le risorse e le conoscenze necessarie a questo cambiamento, senza danneggiare nel contempo la produttività e l’organizzazione aziendale.
Dall’incontro è emersa anche la volontà di investire sulle energie rinnovabili, accelerando però lo snellimento delle procedure che attualmente ne rallentano pesantemente lo sviluppo.

Successo a Expo Dubai per eccellenza italiana associata Confapi

Si è svolto il 16 marzo a Expo Dubai, presso il padiglione Italia, la presentazione dei progetti di 10 aziende che il Commissariato italiano ha scelto per rappresentare le eccellenze del nostro Paese, un evento che è stato anche trasmesso in diretta streaming quindi visibile in tutto il mondo. Tra queste era presente anche l’azienda Todema (Todeschini Mario srl) di Cesana Brianza, associata ad Api Lecco Sondrio.

L’evento rientra nell’ambito delle attività del “Gruppo di Lavoro MPMI”, di cui Confapi fa parte insieme all’Agenzia ICE, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari Esteri.

La Todema nel 2020 ha realizzato il “Dynamic Servo Platform”, un simulatore che riproduce la corsa di un’automobile e fa risparmiare tempo nello sviluppo dei prodotti. Un prodotto particolarmente innovativo che verrà destinato anche per finalità riabilitative per aumentare la confidenza delle persone con disabilità. Al progetto ha collaborato anche ApiTech, la divisione innovazione e sviluppo di Api Lecco Sondrio.

Lavoro giovanile: le proposte di Confapi a Commissione Lavoro Senato

Si è svolta oggi l’11ª Commissione lavoro e previdenza sociale del Senato, alla quale ha partecipato il presidente del Gruppo Giovani imprenditori di Confapi, Luca Adinolfi. I lavori della Commissione erano finalizzati a conoscere ed approfondire i canali di ingresso nel mondo del lavoro e la formazione professionale dei giovani. Secondo Confapi, la difficoltà di accesso dei giovani nel mondo del lavoro è un fenomeno che caratterizza ormai gran parte delle economie mondiali. L’Italia però è particolarmente colpita, tanto da essere al terzo posto in Europa per tasso di disoccupazione giovanile (28%), dietro a Grecia e Spagna. Esiste purtroppo un divario crescente tra le competenze possedute dai giovani in uscita dalle scuole e quelle effettivamente richieste dalle imprese che lamentano la mancanza la mancanza di figure fondamentali come operai specializzati e tecnici. Un problema che impatta anche sul ricambio generazionale delle aziende. Su questo tema è fondamentale che il sistema scolastico diventi più funzionale, fornendo ai giovani le giuste competenze professionali. L’apprendistato rientra sicuramente tra gli strumenti utili a questo scopo, in particolare l’apprendistato professionalizzante, ampiamente utilizzato dalle nostre imprese. Confapi ha sottoscritto negli anni appositi accordi interconfederali con Cgil, Cisl, Uil al fine di facilitare l’attivazione di percorsi virtuosi. Purtroppo però la riforma dell’apprendistato introdotta con il Jobs Act non ha funzionato. Secondo Confapi ci sarebbe bisogno di introdurre alcune novità in tal senso: consentire agli studenti di entrare subito a far parte del mondo del lavoro; impiegare lavoratori “anziani” con alti profili quali tutor da affiancare ai giovani; ridurre gli adempimenti burocratici connessi alla formazione extra aziendale. In questo i nostri Enti bilaterali possono sicuramente rivestire un ruolo fondamentale. In virtù dell’esperienza vissuta con la pandemia, che ha messo in grave difficoltà l’apprendistato per l’impossibilità di svolgere le prestazioni in azienda, sarà necessario in futuro rafforzare la digitalizzazione dell’offerta formativa. Vanno però semplificate le complesse procedure di attivazione, che rappresentano ancora oggi un grande ostacolo per le Pmi, magari digitalizzando interamente la procedura attraverso un portale gestito da un’unica autorità pubblica. Si potrebbe poi prevedere uno sgravio contributivo proporzionale alla permanenza dell’apprendista in azienda e un bonus aggiuntivo per il datore in caso di stabilizzazione del lavoratore. In merito invece ai tirocini extra curriculari, Confapi ritiene che sia necessaria una revisione della normativa, per agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro anche di giovani disoccupati, inoccupati o in cassa integrazione. Secondo Confapi sarebbe però opportuno considerare la reintroduzione dei voucher tenendo conto dei livelli dimensionali e di fatturato delle Pmi, ma anche introducendo migliorie quali la tracciabilità e una migliore definizione dei confini di utilizzo, al fine di evitare comportamenti fraudolenti come in passato. Infine, è necessario diffondere la cultura d’impresa tra i giovani utilizzando le start-up innovative che possono essere dei veri e propri facilitatori per creare nuove imprese e posti di lavoro.

Indagine Confapi: 71% manager impiegato nella direzione aziendale

Il processo di rinnovamento tecnologico, lo sviluppo di un mercato sempre più globalizzato e le nuove sfide lanciate con il Pnrr, richiedono figure sempre più professionali capaci di accompagnare le imprese in un percorso di crescita e di maggiore competitività internazionale. Per questo motivo Confapi ha realizzato un’indagine, svolta presso un campione di aziende associate al proprio sistema, per capire quanto siano diffuse le figure manageriali al loro interno e per conoscere le sfide che le attendono nell’immediato futuro.

Le figure manageriali più richieste sono quelle in grado oggi di governare i processi produttivi e organizzativi, rispondendo alle esigenze di innovazione. Le piccole e medie industrie del sistema Confapi hanno in media 2,7 manager per azienda: manager occupati principalmente nella direzione aziendale (71%) oltre che nello sviluppo del marketing aziendale (42%).

Nell’ultimo biennio le imprese hanno investito in capitale umano altamente qualificato assumendo prevalentemente innovation manager (23,81%) ed export manager (26,19%). Viceversa, frenata dall’incertezza economica del momento, solo il 20% degli intervistati dichiara l’intenzione ad assumere nuovi manager nei prossimi due anni. Anche in questo caso però le figure manageriali che la faranno da padrone sono sempre l’innovation manager (57,14%) e l’export manager (28,57%), seguiti da manager per la sostenibilità/l’economia circolare (14,3%). Il dato dimostra la sensibilità e la presa di coscienza degli imprenditori sui cambiamenti non più reversibili che stiamo vivendo. Lo strumento privilegiato per le nuove assunzioni resta ancora il classico contratto di dirigente a tempo indeterminato (42,86%) seguito dalla nuova figura manageriale di Confapi e Federmanager del Quadro superiore (28,57%).

C’è però una buona fetta di aziende (37,50%) che sono impossibilitate al momento a dotarsi di nuovi manager soprattutto in virtù dell’eccessivo costo aziendale che l’assunzione comporterebbe.
A questo proposito, Pmi Welfare Manager – il Fondo Welfare di assistenza collettiva per i Dirigenti di azienda e per i Quadri Superiori della piccola e media industria, costituito da Confapi e da Federmanager – da anni fornisce una serie di servizi di sostegno ai propri iscritti, aziende e dirigenti, consapevole che la piccola e media impresa italiana sta prendendo sempre più coscienza dell’importanza di dotarsi di figure manageriali per rimanere competitive: contributi economici forfettari per aziende che assumono un Professional per la durata minima di un anno; contributi economici per ogni azienda che contrattualizza un Professional, che si aggiungono a quello Statale, riconosciuto sottoforma di voucher, per sostenere i processi tecnologici e digitali; contributi forfettari per dirigenti per percorsi di certificazione delle competenze professionali relativi all’Innovation Manager; servizio di sostegno al reddito per tutti coloro che divengono disoccupati involontari.
Tra gli imprenditori intervistati vi è comunque la consapevolezza che le aziende non in grado di disporre di nuove competenze manageriali dovranno per forza promuovere dei consistenti investimenti nella formazione delle risorse umane (36,23%) e faranno comunque fatica ad affrontare i cambiamenti tecnologici e digitali in atto (30,43%). Il 18,9% degli imprenditori ritiene inoltre che tali imprese correranno il rischio di rimanere tagliate fuori dai mercati.
In conclusione, dai risultati dell’indagine emerge quindi chiaramente la volontà tra le Pmi di dotarsi di figure manageriali adeguate a soddisfare i cambiamenti in atto ma, al tempo stesso, anche l’esigenza di poter contare su un supporto di tipo economico che possa aiutare a sostenere un investimento che comporta necessariamente un aumento dei costi aziendali.

Indagine Confapi. Transizione gemella: 61% aziende ha pianificato nuovi processi

Confapi ha svolto un’indagine per comprendere come le imprese stanno affrontando le sfide dell’innovazione e trasformazione tecnologica “green”. Lo studio è stato realizzato attraverso interviste mirate a un campione rappresentativo di imprese associate, dislocate sull’intero territorio nazionale.
A dimostrazione della flessibilità che caratterizza gran parte del sistema produttivo che Confapi rappresenta, la maggior parte di esse è in fase di pianificazione o realizzazione di una trasformazione digitale dei processi produttivi (60,59%). Il 43,48% sta infatti facendo convergere investimenti verso una maggiore sostenibilità ambientale, a riprova di una sensibilità verso strumenti e azioni che valorizzano le “ricchezze” dell’ambiente nel rispetto e nella tutela del territorio in cui l’azienda stessa opera.
Vi è anche una percentuale considerevole di imprese che sta innovando il modello di business (46,38%) così come i processi di comunicazione, marketing e vendita (45,07%). Questi cambiamenti comportano inevitabilmente una trasformazione dei modelli organizzativi e della gestione delle risorse umane per più del 50% del campione, legata anche ad un adeguamento delle competenze del personale dipendente (57,97%).
La quasi totalità delle Pmi chiede di essere guidata e supportata per affrontare le sfide della transizione. Le aziende dichiarano di aver bisogno di competenze tecniche di nuova generazione (49,28%) ma anche e soprattutto di competenze in ambito tecnologico ed esperti nella transizione ecologica e sull’economia circolare (21,74%).
La maggior parte delle Pmi italiane è caratterizzata da una storia imprenditoriale a carattere familiare, un dato confermato anche dal 50% degli intervistati che dichiara che la gestione aziendale è affidata principalmente al titolare dell’impresa (30,43%) o ai propri familiari (23,19%). Al tempo stesso è importante però evidenziare la crescita della percentuale di imprese che si affida a soggetti esterni o manager, come dichiarato da oltre il 23% del campione, a riprova del fatto che le nostre imprese sentono il bisogno di competenze per rimanere concorrenziali sui mercati.
L’indagine Confapi è stata realizzata utilizzando un campione costituito prevalentemente da Industrie manifatturiere dei settori della meccanica, della chimica, del tessile, dell’edilizia, dei trasporti, dell’agroalimentare, del legno arredo e dei servizi. Le imprese sono localizzate per il 66,13% nel Nord del Paese e in particolare il 33,42% nell’area Nord Ovest e il 32,71% nell’area del Nord Est. Le imprese del Centro e del Sud Italia costituiscono il restante 33,87% dell’intero campione. Quasi il 60% del campione è rappresentato da Pmi fino a un massimo di 49 addetti.

Confapinews

E’ disponibile il nuovo numero di “Confapinews”, il mensile della Confederazione Piccola e Media Industria Privata. In evidenza questo mese il nuovo regime di aiuti del Mise da 678 milioni per investimenti rivolti alle Pmi, le azioni del Governo contro il caro bollette, il decreto correttivo sul Superbonus 110%, gli incentivi per il settore automotive. Inoltre, tutte le attività svolte nelle ultime settimane dalla Confederazione nazionale e dalle nostre territoriali, a partire dalla visita del Ministro Di Maio presso alcune aziende bresciane del sistema Confapi. Infine gli aggiornamenti dall’Europa e dal sistema Confapi.

Per scaricare l’ultimo numero di Confapinews clicca qui

Indagine Confapi: materie prime maggiore causa difficoltà Pmi

Confapi ha condotto un’indagine attraverso interviste mirate a un campione rappresentativo di imprese che aderiscono al proprio sistema.
Dall’indagine è emerso, sottolineato dalla quasi totalità delle imprese, l’emergenza legata alle fonti energetiche e alle materie prime. L’82,6% delle imprese intervistate lamenta, infatti, un aumento considerevole nell’ultimo anno dei costi delle materie prime che sta impattando negativamente sull’attività aziendale. Mentre il 64% registra problemi di approvvigionamento delle materie prime a cui si somma un notevole aumento dei costi di trasporto (per il 40% delle imprese).
Dallo studio si evince altresì che il 30% del campione ha subito gravi danni a causa della pandemia tanto da dover rivedere i piani aziendali, riprogrammarne gli obiettivi e mettere in campo strumenti di flessibilità organizzativa. Viceversa, il 43% degli imprenditori ha ritenuto gestibile l’impatto pandemico sull’attività aziendale, limitandosi ad apportare solo modeste variazioni all’organizzazione interna. C’è anche una percentuale minima di aziende (9%) che non ha risentito affatto degli effetti della pandemia.
Per contrastare gli effetti del coronavirus circa il 32% degli imprenditori ha operato mediante un contenimento dei costi di struttura, mentre il 16,67% ha differito o cancellato gli investimenti pianificati ma non avviati e il 5,6% quelli in fase di realizzazione. La pandemia ha inferto un duro colpo all’economia italiana, ma tutti gli indicatori evidenziano, in generale, come le Pmi abbiano complessivamente risposto bene alla crisi. Le azioni messe in campo per ridurre i costi, unite ad una diffusa solidità creditizia, hanno permesso a gran parte delle imprese di resistere ad un evento tanto straordinario senza subire danni irreparabili. Questo ha anche consentito, in larga parte, di mantenere stabili gli obiettivi annuali prefissati.
Sotto il profilo occupazionale, il 43,5% del campione dichiara che nei prossimi 12 mesi non attuerà variazioni dell’organico aziendale mentre quasi il 22% ritiene ancora prematuro fare delle previsioni visto il clima di incertezza tutt’ora esistente. Un quarto del campione prevede invece di effettuare delle nuove assunzioni per adeguarsi alle mutate esigenze di mercato. Proprio sulle prospettive di mercato più di un terzo degli imprenditori vede all’orizzonte una leggera crescita (33,32%) e solo il 5,8% ne prevede un forte rialzo.
Le Pmi del nostro paese hanno sempre dimostrato grande capacità di reazione nei momenti più difficili, come ampiamente confermato anche nel periodo della pandemia. Ora però si attendono una maggiore vicinanza da parte delle Istituzioni. Una politica industriale coraggiosa e a lungo raggio è indispensabile per ridare certezze verso il futuro. Certezze fondamentali per tornare a fare investimenti ed essere competitivi su tutti i mercati.
L’indagine Confapi è stata realizzata utilizzando un campione costituito prevalentemente da Industrie manifatturiere dei settori della meccanica, della chimica, del tessile, dell’edilizia, dei trasporti, dell’agroalimentare, del legno arredo e dei servizi. Le imprese sono localizzate per il 66,13% nel Nord del Paese e in particolare il 33,42% nell’area Nord Ovest e il 32,71% nell’area del Nord Est. Le imprese del Centro e del Sud Italia costituiscono il restante 33,87% dell’intero campione. Quasi il 60% del campione è rappresentato da Pmi fino a un massimo di 49 addetti.

Online il nuovo numero di Confapinews

E’ disponibile il nuovo numero di “Confapinews”, il mensile della Confederazione Piccola e Media Industria Privata. In evidenza le proposte Confapi avanzate al Governo in merito alla crisi energetica e al Decreto Milleproroghe, oltre a una indagine sugli effetti del caro energia sulle Pmi. E poi ancora notizie utili sugli ultimi contributi a favore delle imprese e tutti gli aggiornamenti dall’Europa, dal territorio e dal sistema Confapi.

Per scaricare l’ultimo numero di Confapinews clicca qui

Confapi al Tavolo Mise su Pnrr: presentati progetti per oltre 18 mld

Si è riunito il Tavolo permanente per il partenariato economico sociale e territoriale per l’attuazione del PNRR, presieduto da Tiziano Treu. Per Confapi era presente il Vicepresidente Fabrizio Cellino. Nel corso dell’incontro sono stati presentati e discussi i progetti del Ministero dello Sviluppo Economico cui sono destinati 18,161 miliardi di euro dei complessivi 222,1 miliardi previsti dal PNRR e dal Fondo complementare. I progetti riguardano diverse Missioni. Quella relativa a “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” (14,1 mld di euro) ha l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo la trasformazione dei processi produttivi delle imprese e gli investimenti strategici innovativi per le filiere del Made in Italy. La Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (1,25 mld di euro) ha l’obiettivo generale di favorire la transizione green del Paese puntando sull’energia prodotta da fonti rinnovabili, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione. La Missione “Dalla Ricerca all’Impresa” (2,35 mld) mira invece ad incrementare gli investimenti privati in R&S e le misure previste sono finalizzate a migliorare la propensione delle Pmi e start-up all’innovazione. Infine, la missione “Imprenditorialità femminile”, per la quale è stata prevista una dotazione di 400 mln di euro, ha lo scopo di sostenere la realizzazione di progetti per imprese a conduzione femminile. La misura prevede il finanziamento del Fondo per l’imprenditorialità femminile e il rifinanziamento di misure già esistenti quali Nuove Imprese a Tasso zero e Smart&Start.

INDAGINE CONFAPI: CARO ENERGIA COSTERÀ A IMPRESE 25 MILIARDI NEL 2022

La piccola e media industria privata è preoccupata, in un momento che dovrebbe essere di ripresa economica, dei forti rialzi dei beni energetici. L’Ufficio Studi di Confapi ha appena realizzato un’indagine tra gli associati proprio per capire l’impatto e le conseguenze che questi aumenti avranno nei prossimi mesi sulle aziende. Dalla ricerca, su una scala da 1 a 10 punti, è emerso che il costo dell’energia elettrica incide sull’utile d’esercizio tra 5 e 10 punti per il 29% delle aziende interpellate, mentre per 25,8% inciderà tra l’11% e il 30%.
Delle aziende intervistate infatti il 54,8% vanta contratti a prezzo variabile a fronte del 45,2% protetto da prezzo fisso. Tuttavia il primo aspetto da evidenziare è che già il 43,8% delle aziende coperte da un contratto a prezzo fisso ha in essere un prezzo medio di fornitura di oltre €120/MWh pari ad un aggravio del 100% rispetto al prezzo medio dell’elettricità nel 2019.
Nell’insieme, la maggioranza delle PMI che vantano oggi un contratto a prezzo fisso si troverà a rinegoziare i contratti di fornitura tra il secondo e il quarto trimestre 2022. Tenuto conto della condizione di grave tensione che insiste attualmente sul mercato energetico europeo e dall’andamento della curva forward, è lecito attendersi a fine 2022 una rinegoziazione nell’ordine dei €180/MWh pari a un incremento del 200% rispetto al 2019.
Secondo l’indagine di Confapi, su un piano più macro, ipotizzando un consumo industriale di elettricità (PMI e grandi imprese) di circa 211TWh (-5% rispetto ai consumi 2019) e un aggravio medio dell’elettricità stimato in €120/MWh rispetto al 2019 (prezzo medio dell’elettricità è stato pari a €60/MWh), l’impatto economico della bolletta luce sul sistema industriale italiano ammonta a circa €25 miliardi.